É come se il sale fosse caramello adesso. Sembra abbia colorato il piano del mare e la sua acqua bianca ed antica. É ambra la base, la schiena, la pelle.
Io l’ho vista intingersi nel sole e nel passaggio. Declinare verso il mare, diagonale. Prendere la linea di taglio, quella che separa le ore e la luce. L’ho vista tremolare, come gelatina di fiori di tiglio. E poi maculare: dall’ombra di pioppi, di olmi, di faggi. L’ho fatta macchiare, dal buio e dal punto di un nuovo colore.
Immobile – quell’animale – è una canzone e una danza.
É bianco e nero.
É bianco o nero.
Un uovo.
Deriva,
nel mare,
l’arcipelago del giaguaro.
Federico Masti
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